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MONT BLANC DU TACUL 4.208 m.
- Traversata Aiguilles du Diable - |
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Quota di partenza: 3.200 m.
Quota di vetta: 4.208 m.
Dislivello complessivo: 1.000 m.
Difficoltà: D+ 5c 1.000 m
Esposizione prevalente: sud
Località di partenza: Rifugio Torino |
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ambiente eccezionale |
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magnifica salita di alta montagna |
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si comincia, sopra il Col du Diable, con la Luna che agevola non poco |
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al buio scaliamo la Chaubert e facciamo le doppie |
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Accesso: dal rifugio Torino (3.375 m.) portarsi sotto i Satelliti del Tacul attraverso il col Flambeau e da quindi
raggiungere la Combe Maudite tra il Mont Maudit ed il Mont Blanc du Tacul.
Per raggiungere il Col du Diable sulla cresta si supera la terminale e si risale il soprastante pendio nevoso; prima del
suo termine si attraversa per roccette a destra fino a prendere un secondo pendio nevoso più ripido che porta
direttamente al colle. |
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il sole sorge quando attacchiamo la Mediane |
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il primo tiro sulla Mediane, nel diedro |
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esposizione garantita |
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Salita: dal Col du Diable si prosegue lungo la cresta di rocce rotte superando a sinistra la prima guglia, il Corne
du Diable, giungendo alla forcella tra questa e la Punta Chaubert, la Brèche Chaubert.
Il Corne du Diable si sale dalla forcella e lo si scende con una doppia.
La Punta Chaubert si attacca dalla forcella lungo una larga fessura per circa 10 m sino ad un chiodo dal quale si
attraversa in orizzontale a destra (5b) sino sul bordo dello spigolo che si segue per arrampicata più facile (chiodi) sino
in cima.
Dalla Chaubert si scende con 3 doppie sino alla Brèche Mediane. |
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si continua sulle Mediane |
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La Mediane presenta, dopo alcune cenge con blocchi, un diedro lungo 40 m che si scala per circa 15 m sino a quando
non si restringe (chiodi); da qui si attraversa a destra in orizzontale sino ad un terrazzino sulla cresta (5a).
Si segue per 1 tiro stando a destra dello spigolo (fessure verticali con chiodi, 5b), sostando sul filo.
Si prosegue per un tiro sullo spigolo sino in cima (a destra ci sono lame instabili). |
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in cima alla Mediane |
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verso la Carmen |
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Si attraversa un buco per reperire le 2 doppie sino alla Brèche Carmen.
La Carmen si sale con un tiro in diagonale a destra e poi con un secondo tiro che aggira un corno sulla destra, sino in cima.
Con 3 doppie si arriva alla Brèche du Diable, sotto l’Isolée.
Questa si sale dal lato NW attraversando verso sinistra (all’inizio in leggera discesa) sino a delle fessure che portano sullo
spigolo, che si aggira (5c).
Per arrampicata più facile si raggiunge la cima con cui si scende con una doppia da 30 m (sosta di calata 8 m sotto la cima).
Dalla base dell’Isolée si sale la cresta stando alla sua destra per aggirare dei corni, sino a raggiungere i pendii sotto la cima. |
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si sale e si scende l'Isolée |
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Questi si superano prima in diagonale verso destra, poi lungo una crestina rocciosa verso sinistra e poi dritti per rocce
facili; un ultimo traverso a sinistra porta sull’anticima.
Per una cresta nevosa si raggiunge la vetta a 4.206 m.
Discesa: lungo la normale del Mont Blanc du Tacul sino al Col du Midi. |
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uno sguardo indietro |
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Materiale: corda da 60 m (non meno), fettucce, rinvii, una serie di friends dallo 0.3 al 2 BD, qualche nuts, normale
dotazione da ghiacciaio.
Note: splendida cavalcata in alta quota in cui le difficoltà si trovano nello scalare le varie guglie.
I tratti di misto, se in buone condizioni, non sono molto impegnativi.
Esposizione garantita. L’itinerario è evidente, comunque l’intuizione di “seguire il facile” è fondamentale.
E’ importante, per la Chaubert e la Mediane, attraversare a destra quando “serve”…
Doppie ben attrezzate a spit, eccetto quella dall’Isolée, su cordoni. Nei tempi di percorrenza siamo stati abbastanza
rapidi:
partiti alle 2:30 dal Torino, alle 4:30 eravamo al Col du Diable attaccando la Chaubert al buio; alle 9:40
raggiungevamo la base dell’Isolée ed alle 10:55 riprendevamo la salita dopo aver salito quest’ultima; alle 12:00
raggiungevamo la cima. |
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Sono stato felice di avere fatto questa salita con Luigi con cui era da tanto che non organizzavo una salita insieme;
lui e Stefano sono stati sicuramente tra i miei maestri di montagna di quando ero un ragazzo impertinente!
Relazione e fotografie di: Roberto Bonin |
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