Dal parcheggio di Stafal, che si raggiunge risalendo l'intera valle di Gressoney, prendere prima la funivia e poi la lunga seggiovia che porta fino al colle di Bettaforca (m. 2.662).
Da qui seguire il sentiero che, tra pietraie e sfasciumi, porta al passo di Bettolina (m. 2.905) e poi ad una cresta rocciosa attrezzata con corde fisse e scorrimano.
Il suo superamento non presenta particolari difficoltà ma puo' diventare insidioso in caso di pioggia o di rocce umide e scivolose. Dopo l'attraversamento di un ponte di legno e le ultime zone esposte si arriva finalmente al pianoro dove sorge il rifugio Quintino Sella (m. 3.585) e da cui si vede la Punta Castore (3h/3h30).
La struttura è accogliente per il pernottamento, il cibo è ottimo e i gestori sono molto simpatici, l'unico inconveniente è il bagno, posto in un baracca a 20 mt. dal rifugio, con lunghe e fredde code.
Dopo uno stupendo tramonto e un'ottima cena andiamo subito in camera a dormire (anche se sono solo le 21.00) visto che la sveglia sarà alle 4.30.
Il risveglio presenta una brutta sorpresa, siamo a fine agosto e nevica, la delusione è sugli occhi di tutti gli alpinisti; per noi è la seconda volta, infatti l'anno precedente a luglio avevamo rinunciato per lo stesso motivo.
Poi, verso le 7.30, l'imprevedibile, un sole magnifico squarcia le nuvole e riaccende la nostra speranza, il cielo non è limpidissimo, ma un tentativo si può fare.
Partiamo in cordata su ghiacciaio di Felik insieme a pochi altri, la maggior parte degli scalatori sta scendendo a valle mentre un temerario si getta col parapendio e vola sulla vallata.
Dopo piccole salite e alcuni piani attacchiamo un ripido pendio che porta alla cresta aerea fino al colle Felik (m. 4.061).
Qui la visibilità peggiora, decidiamo comunque di continuare e dopo saliscendi e creste affilate arriviamo finalmente in vetta
(m. 4.226) 2h30.
Purtroppo il panorama è uno scenario di bianco assoluto, non si vede differenza tra neve e nuvole, non ci rimane che tornare al rifugio per pranzare con un po' di amarezza per lo spettacolo perso.
Come se non bastasse scendiamo poi al colle di Bettaforca tra tuoni e fulmini per poi arrivare a Stafal tutti bagnati ma con un caldo sole; è proprio vero, in montagna il tempo cambia in fretta!
NOTE: l'ascensione nel complesso non presenta particolari difficoltà, prestare comunque attenzione alle affilate creste prima della cima e agli improvvisi cambi di tempo, può essere facile perdersi con scarsa visibilità.
Relazione di: Erik Rosazza
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Difficoltà: EE il primo giorno per raggiungere il Rifugio Quintino Sella.
Difficoltà:
F+ la salita al Castore per la cresta finale esposta e affilata, estremamente delicata in caso di forte vento
che può anche impedire il raggiungimento della vetta.
La salita al Castore m. 4226, il più altro dei due gemelli, il Polluce raggiunge i 4.091 m. è un'ascensione (che ho
effettuato il 3/4 agosto 2010) non eccessivamente lunga.
Poco più di due ore sono infatti sufficienti per raggiungere la vetta, per un'esperienza estremamente appagante.
Bellissima è anche l'escursione che si compie per raggiungere la base logistica di questa affascinante scalata, il
Rifugio Quintino Sella al Felik situato alla ragguardevole quota di 3.585 m.
Da Gressoney Staffal m. 1.830 si usufruisce del doppio impianto (funivia + seggiovia) che conduce al Colle
della Bettaforca m. 2.730
Dalla Bettaforca si inizia a salire verso il Passo della Bettolina Inferiore m. 2.906 quindi si prosegue verso il passo
della Bettolina Superiore m. 3.131
Da qui il tracciato diventa sicuramente più faticoso, su terreno impervio dove occorre superare grossi massi.
La parte conclusiva è la più spettacolare. Intorno a quota 3.450 mt. inizia un tratto di cresta spettacolare,
completamente sospeso nel vuoto.
La presenza di un robusto canapone consente di percorrerla in sicurezza, anche se sono necessari piede fermo e
assenza di vertigini. Un percorso EE, che senza corda fissa sarebbe chiaramente alpinistico.
La cresta si sviluppa in falsopiano, il dislivello complessivo che copre è limitato a poco più di un centinaio di metri.
Lungo questa parte di tracciato si può godere di un panorama mozzafiato con la piramide del Monviso che spicca
solitaria in lontananza.
Si attraversa un caratteristico ponticello (balaustra su ambo i lati) che consente di superare un tratto di cresta
estremamente sottile, si affronta un altro tratto attrezzato ma da vincere con facile arrampicata prima si sbucare in
piano dove sorge il Rifugio Quintino Sella ai margini del ghiacciaio di Felik.
Ambiente confortevole, con ottima cucina. L'unico inconveniente è rappresentato dalla necessità di uscire per accedere
ai servizi igienici. Trascorsa una notte sonnecchiando per via della quota elevata, partenza intorno alle 5,20 dopo
la consueta robusta colazione con pane, burro marmellata e tè caldo.
Si affronta il ghiacciaio di Felik, scegliendo una traccia leggermente diversa dalla pista molto battuta ma molto
crepacciata.
L'inclinazione aumenta gradualmente prima di attaccare un tratto davvero ripido che porta al colle Felik m. 4.061
Dal colle si prosegue e si inizia la cresta Sud Est, elegante sinuosa, bellissima.
La cresta richiede massima attenzione per la notevole esposizione e per i tratti davvero affilati che presenta, ma
fortunatamente la giornata è stupenda, e soprattutto il vento soffia senza troppo impeto. Alcuni passi in lieve discesa
aumentano il senso del vuoto che si avverte.
Con cautela si raggiunge un'anticima, quindi con un ultimo sforzo in salita si raggiunge la vetta del Castore.
Panorama straordinario.
Guardano in basso il meraviglioso Polluce, il Cervino e 4.000 a volontà.
La discesa avviene per l'itinerario di andata.
Tornati al Quintino Sella una pausa ristoratrice prima di affrontare il lungo rientro al Colle della Bettaforca da dove
con gli impianti si rientra a Gressoney Staffal.
Relazione di: Stefano Sciandra
Fotografie di: Ceccon Alessandro, Erik Rosazza e Stefano Sciandra |