Da Aosta proseguire sulla S.S. 26 sino a Villeneuve e imboccare la regionale per Valsavarenche.
Da Dégioz (1.549 mt.) si continua a salire verso Pont,si passa la fraz. Di Eaux Rousse e subito dopo una gola rocciosa si lascia l’auto in un parcheggio sulla sinistra della strada. Da qui si segue la strada sterrata che sale all’Alpe Paravieux, nei pressi di essa inizia il sentiero (segnavia n°9 e 10) che sale nel bosco.
Si sale per il sentiero fino ad arrivare a Lavassey (2.194 mt.), si lascia sulla sinistra il sentiero n°9 e si continua a salire ,si esce dal bosco e si continua per dossi e pianori erbosi,si costeggia un crinale e si sale a sinistra fino al terrazzo dove sorge il rifugio Federico Chabod (2.750 mt. 2 ore).
Da sopra il rifugio si segue il sentiero che rimonta la costa Savolère e devia a destra attraversando un torrente, dopo un pianoro detritico e tralasciata la morena che porta al ghiacciaio di Montandayné, si risale una ripida cresta morenica che immette in un vasto pianoro di sfasciumi e blocchi sino a toccare il ghiacciaio di Laveciau mt. 3.300 (1h 30 min.). Attraversarlo sino a imboccare un passaggio trai i crepacci (dipende dalle condizioni) e puntare alla base della parete Nord
La salita offre tanti itinerari, noi ne consigliamo 2 che abbiamo percorso:
il primo è la classica ascensione al centro della parete: passare agevolmente la terminale (non crea quasi mai problemi) e attaccare la parete su pendenze che inizialmente non superano i 30-35°dove in genere le condizioni sono buone (buon innevamento poco ghiaccio). Puntare all’evidente corridoio di salita compreso fra le rocce (sinistra) e il seracco (in alto a destra).
Arrivati a circa metà parete la pendenza aumenta 40-45° e il ghiaccio diventa più duro, puntare sempre in verticale all’evidente sella nevosa che porta in cresta, risalirne il filo con un panorama mozzafiato giungere al suo culmine.
Proseguire la cresta con alcuni saliscendi su terreno misto per poi superare gli ultimi blocchi rocciosi che conducono alla madonna di vetta.
La seconda (verde nella foto) è una salita meno frequentata ma molto emozionante : passare agevolmente la terminale sulla destra della parete. e attaccare la parete su pendenze che inizialmente non superano i 30-35°dove in genere le condizioni sono buone (buon innevamento poco ghiaccio).
Puntare all’evidente corridoio compreso fra le rocce che scendono alla destra del seracco e lo sperone roccioso che scende dalla cresta Nord.
La pendenza aumenta avvicinandosi al canale 40-45° e aumenta la compattezza del ghiaccio, la progressione continua affiancati da splendide pareti rocciose che riflettono i colori dell’alba, puntare all’uscita del sempre più ripido e stretto canale 50-55°e uscirne sulla sinistra.
Superare un tratto di misto e portarsi sulla cresta nevosa che porta al punto culminante della parete, bucare la cornice e uscire in vetta.
Spettacolare il panorama e la visuale sulla Est e su tutta la Valnontey. Proseguire in cresta con alcuni saliscendi su terreno misto per poi superare gli ultimi blocchi rocciosi che conducono alla madonna di vetta.
DISCESA:
Lungo la via normale scegliendo se ritornare al rifugio Chabod oppure passando al Rif Emanuele (in questo caso conviene lasciare una macchina a Pont)
NOTE:
Splendida salita in un ambiente fantastico, la parete è ampia e la via di salita può variare continuamente, le condizioni del ghiaccio determinano i tempi di salita, se ben innevata (ormai ben pochi giorni l’anno) si puo’ salire in breve tempo e con pochi tiri, altrimenti gran tiri e chiodi da ghiaccio; gli unici pericoli possono venire dalle cordate che vi precedono…
Relazione di: Erik Rosazza
Fotografie di: Erik Rosazza, Rocco Perrone, Stefano Pivot
|
|
|