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AIGUILLE DE ROCHEFORT
"traversée des aretes" m. 4.011
- MONTE BIANCO - |
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Quota di partenza: 3.400 m.
Quota di vetta: 4.001 m.
Dislivello complessivo: 750 m.
Località di partenza: rifugio Torino (Courmayeur)
Livello di difficoltà: III/AD |
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tratto esposto ed affilato |
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Buone condizioni su questa meravigliosa cresta, giustamente famosa e frequentata.
Le rocce, sia al di sotto della "gengiva" del Dente del Gigante sia quelle dell'Aig. de Rochefort sono secche e
si percorrono agevolmente in conserva in salita e in discesa.
La parte nevosa della cresta è tracciata, ma il vento, frequente in questo periodo, tende a cancellarla, per cui non è mai molto marcata, specie al mattino con neve dura.
Il percorso pertanto, seppure non difficile, richiede passo sicuro e attenzione costante, vietato distrarsi!
Bellissima giornata, in compagnia di Luca. |
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un'occhiata alla cresta che dobbiamo percorrere, con le nuvole che iniziano ad alzarsi minacciosamente |
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Stupenda cresta con tratti molto esposti ed affilati.
Condizioni buone sulla cresta con traccia ben marcata, neve portante sul ghiacciaio
(stranamente, vista la temperatura di +10° circa a Punta Helbronner alle 8.00), e salita alla gengiva ancora da
fare con i ramponi per salire il canale iniziale ancora in neve e alcuni altri brevi tratti di neve/ghiaccio. |
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al mattino cielo terso durante la marcia sul ghiacciaio. . . |
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sul ghiacciaio del Gigante |
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. . . prima di salire l'ultimo tratto roccioso per l'Aig. de Rochefort |
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La prima parte dell'itinerario coincide con quello per il Dente del Gigante.
Dal rifugio Torino Nuovo (3.375 m.) si scende sul Ghiacciaio del Gigante passando sopra il colle omonimo (q. 3.365 m.)
discendendo alla cresta settentrionale dell'Aig. Marbrèes.
Si risale il facile ghiacciaio in direzione della dorsale che porta alla base della bastionata del Dente del Gigante;
a quota 3.350 m. circa, lasciando sulla destra il Colle di Rochefort, ci si dirige verso l'evidente canale nevoso che
presenta un pendio sui 50° (sfasciumi e facile crepaccia terminale in stagione avanzata) che conduce ad una
sella nelle vicinanze di un grosso gendarme giallastro. |
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la cresta ci attende |
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Deviando a destra si seguono le tracce e alcuni ometti che portano all'ampia cresta su un pendio di neve e pietre
instabili (misto con passaggi di II°).
In questo tratto, quando è molto frequentato, occorre molta attenzione alla caduta di sassi scegliendo l'itinerario
meno esposto.
Si risale il faticoso percorso tralasciando il canale a sinistra pericoloso e franabile, più ci si eleva e più il terreno diviene
stabile fino al raggiungimento di grossi massi che sbarrano la strada.
Aggirandoli a sinistra su un terreno di neve e ghiaccio si risale un breve canalino (45°), dapprima a sinistra e poi a destra raggiungendo la base sud del Dente del Gigante dove iniziano le vie di roccia (2 ore).
Si risale il pendio nevoso a destra e in breve si raggiunge l'inizio della Cresta di Rochefort. |
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Aiguille de Rochefort e M. Mallet, in secondo piano le Grandes Jorasses |
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l'elegante tracciato ormai alle nostre spalle |
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Il primo tratto di cresta discende per poi continuare, scavalcando alcuni rilevamenti rocciosi, pianeggiando su
cornici nevose a picco su entrambi i versanti sopra passando una bellissima "meringa" che si protrae sul Ghiacciaio
des Pèriades.
Una breve risalita su uno scivolo nevoso conduce all'evidente elevazione con punta rocciosa (circa 3.900 m.), si
scende una quarantina di metri l'opposto scivolo nevoso ghiacciato (sosta con fettucce, più cordone fisso per
scendere, o corda doppia).
Riprendendo il filo di cresta un altro roccione sbarra la strada, discendendo di alcuni metri sul versante italiano lo
si aggira trovando un canalino di neve e ghiaccio abbastanza inclinato (sui 50/60°), lo si risale (alcuni cordini sugli
spuntoni rocciosi coperti dalla neve). |
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divertenti passaggi di misto |
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l'asse d'equilibrio |
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Terminato questo tratto, abbastanza delicato e tecnico, di nuovo in cresta per raggiungere in breve la bastionata rocciosa
dell'Aig di Rochefort.
Si sale per rocce rotte aggirando a destra in diagonale ascendente la panciuta roccia sopra di noi, si imbocca il canalino procedendo verticalmente trovando una sosta di anelli di cordino sulla sinistra, due le possibilità:
1) salire diritto sconsigliabile se sopra di noi stanno scendendo altri alpinisti in corda doppia) giungendo sulla
vicina linea di cresta nevosa che ci porta in vetta (1.30 ore dalla gengiva);
2) spostandoci oltre la sosta verso sinistra, risalendo dapprima verticalmente (passi di III+) poi verso destra su una cengia
detritica il tratto roccioso successivo, si esce poco a destra della vetta. |
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le rocce divertenti dell'Aiguille de Rochefort, sullo sfondo Aiguille du Midi e Aiguille du Plan |
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aggiramento di un torrione su ghiaccio ripido |
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A seconda delle condizioni ambientali, della presenza di altri alpinisti, della propria esperienza, questi tratti rocciosi si
possono affrontare a tiri di corda o procedendo in conserva applicando qualche protezione veloce sugli spuntoni di roccia.
Discesa: Due calate (con corda da 50 mt.) in corda doppia.
Si ritorna all'uscita sul filo di cresta, dieci metri sotto la vetta nel canalino di destra di salita (sinistra in discesa) su uno
spuntone roccioso diversi cordini con maillont indicano la via, calandosi verticalmente dopo circa 20 metri spostarsi
(destra in discesa) verso il canalino sopra la pancia rocciosa, incontrando la sosta raggiunta salendo; altra doppia
verticale che scavalca la arrotondata roccia sino a raggiungere la cresta nevosa, di qui ripercorrere il percorso di andata.
Fotografie di: Ceccon Alessandro e Rocco Perrone |
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alle spalle di Luca la Mer de Glace |
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ritorno verso la gengiva |
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rientrando siamo parzialmente immersi nelle nuvole . . . |
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. . . che a tratti però spariscono lasciandoci godere ancora dello splendido panorama |
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sguardo sulla cresta appena percorsa . . . |
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