DÔME DE NEIGE DES ECRINS mt. 4.015
- FRANCE -
     
dome de neige
Vista incantevole dal Dôme de Neige
     
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Difficoltà: PD- (45°)

Dislivelli: mt. 1.296 il primo giorno per la salita al Refuge des Ecrins;
mt. 1.000 il secondo giorno per l'ascensione al Dôme de Neige des Ecrins
Tempi: 4h/4h.30 (soste incluse) il primo giorno per la salita al Refuge des Ecrins,
3h/3h 30' (mini soste incluse) il secondo giorno
Punto di appoggio: Refuge des Ecrins (mt. 3.170), in alternativa Refuge du Glacier Blanc (mt. 2.550)
     
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dalla vetta del Dôme de Neige
     
Quindicesimo 4.000 per il sottoscritto, primo dell'estate 2012.
Il Dôme de Neige des Ecrins (mt. 4.015) è uno splendido cupolone nevoso nel Delfinato francese dove assieme
alla più impegnativa Barre des Ecrins (mt. 4.102) compone il tandem dei 4.000 più meridionali delle Alpi dei
cosiddetti Giganti Solitari.
Si può organizzare l'ascensione facendo tappa a Briancon (mt. 1.324) appena oltre il Colle del Monginevro (mt. 1.854)
che separa l'Italia dalla Francia.
Briancon è una stupenda cittadina, con un centro in salita caratteristico.
Città fortificata, esempio della catena di fortificazioni difensive, costruite a cavallo delle Alpi, quasi tutte tra il
1.600 e il 1.700, da audaci ingegneri militari.
Il giorno dopo si raggiunge in auto, passando da Ailefroide (mt. 1.503), la meravigliosa località di Pré de Madame Carle
(mt. 1.874) nel cuore del parco nazionale des Ecrins.
Un ampio parcheggio in mezzo al verde consente di lasciare comodamente in sosta il mezzo meccanico per iniziare una salita alpinistica integra nella sua essenza considerata l'assenza di impianti di risalita.
     
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seraccata salendo al Dôme de Neige
     
Il Dôme de Neige, tecnicamente non difficile, bisogna comunque guadagnarselo coprendo un dislivello
importante di 2.141 mt., con percorso lungo e pendenze, soprattutto nella giornata di ascesa alla vetta, davvero
severe lungo una traccia che sale in verticale superando autentici muri di neve.
Dal Pré di Madame Carle si inizia a camminare per un tratto pianeggiante per attaccare un bel sentiero che
risale nella valle del Glacier Blanc.
Si supera il torrente emissario del ghiacciaio, e si risale un facile pendio roccioso con qualche tratto attrezzato utile
solo per la sicurezza di piede su pietra levigata e qualche placca potenzialmente scivolosa.
Salendo si ha la possibilità di ammirare l'imponente Pelvoux (massiccio des Ecrins, mt 3.946 la vetta più alta tra le
quattro della montagna) sostando su panchine di pietra naturale.
Con un tratto più deciso si raggiunge il Refuge du Glacier Blanc (mt. 2.550, 1h 55' mini soste comprese dal Pré de
Madame Carle) luogo incantevole dove si possono ammirare (poco sopra il Refuge) marmotte che non temono
l'uomo tanto da poterle fotografare a un metro di distanza al pari degli eleganti gracchi in cerca di cibo nei pressi del Refuge. Oltrepassato il Refuge du Glacier Blanc si sale lungo la morena, ma, a inizio stagione, si inizia
rapidamente l'immenso Glacier Blanc.
     
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sulla ripida traccia di salita al Dôme de Neige
     
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Barre des Ecrins e Dôme de Neige
     
La zona può essere crepacciata, ma la mia salita a metà giugno, dopo abbondanti nevicate, regala uno scenario più
primaverile che estivo tanto da consentire di proseguire slegati.
Gradatamente la pendenza si abbatte e nello spazio bianco illimitato si scorge lo sperone roccioso, posto sulla destra,
che ospita il Refuge des Ecrin's.
Da sotto lo sperone si affronta l'ultimo pendio che tra morena e neve porta al Refuge des Ecrin's (2h circa dal Refuge du Glacier Blanc, 4h/4h 30' dal Pré de Madame Carle).
Ci si sistema nella spartana struttura (eccellente il servizio e buona la cena) e ci si ritira per riposare qualche ora
negli affollatissimi dormitori.
Alle 2.50 suona la sveglia, alle 3.00 è pronta la colazione, e alle 4.00, dopo essersi preparati, si parte alla luce delle frontali per ridiscendere (al ritorno il Refuge des Ecrin's non si toccherà più) di un centinaio di metri abbondanti sul Glacier Blanc.
Sul ghiacciaio, ci si lega e si comincia a camminare per un lunghissimo tratto in falsopiano in direzione della base
del "muro" della Barre des Ecrin's e del Dôme de Neige.
Qui si attacca la traccia che parte subito decisa con un primo muro davvero impegnativo.
Si continua a salire per una traccia che rimane tra la Barre des Ecrins e il Dôme de Neige, si devia a sinistra si fa una
giravolta verso destra e ai piedi della muraglia sommitale della Barre des Ecrins si possono vedere abbozzi di tracce
dirette verso la Nord della montagna che consentirebbero di raggiungerne la cresta evitando un primo tratto verso il Pic Lory.
Si prosegue verso destra in direzione del cupolone nevoso del Dôme de Neige e superato un ultimo pendio, decisamente
meno severo delle rampe sottostanti, si arriva in vetta.
     
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ghiaccio Himalayano appena sopra il Refuge du Glacier Blanc
     
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il Pelvoux visto poco sopra Pré de Madame Carle
     
Dal Dôme vista stupenda oltre che sulle cime circostanti, spicca La Meije (mt 3.983), sul Monte Bianco, e più lontano
su Grand Combin, Cervino e Monte Rosa.
Scendendo leggermente si arriva all'attacco della cresta che conduce al Pic Lory e quindi alla Barre des Ecrins.
In condizioni ottimali, e se si sta bene fisicamente, si può tentare una splendida accoppiata Dôme/Barre.
La via è comunque impegnativa valutabile tra PD+ e AD- con passaggi delicati sino al II grado esposto sino al Pic Lory
(mt. 4.088), oltrepassato il quale, per aerea cresta si raggiunge la vetta della Barre des Ecrins.
La tanta neve, il rialzo termico ci fanno optare per la discesa, scelta opportuna considerato che molte cordate hanno
poi desistito dall'ascensione alla Barre.
Il percorso a ritroso si presenta ancora più faticoso a causa delle condizioni della neve.
Discesa autenticamente "spaccagambe" sino al Glacier Blanc dove si continua verso il Refuge des Ecrins senza abbassare la concentrazione.
Con le temperature elevate la traccia diventa insidiosa anche in piano e si sprofonda facilmente tanto più nella parte
del ghiacciaio dove c'è neve fresca.
Per sicurezza si scende legati (a differenza del giorno prima in salita) sino poco sopra il Refuge du Glacier Blanc.
Ovviamente occorre valutare le situazioni in base alle condizioni di innevamento e al periodo stagionale in cui si compie l'ascensione.
Necessaria una buona preparazione fisica.
La salita al Dôme, e la lunghissima discesa sino al Prè de Madame Carle, da compiersi in giornata, rappresenta una bella
sfida per l'organismo.
Come Rifugio di appoggio consiglio sicuramente il Refuge des Ecrins, pernottare al Refuge du Glacier Blanc
imporrebbe una fatica davvero notevole nella giornata di ascensione alla vetta.

Relazione e fotografie di: Stefano Sciandra
     
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Stefano Sciandra in vetta al Dôme de Neige
     
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l'ingresso al Refuge du Glacier Blanc
     
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panorama dal Dôme de Neige
     
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Stefano Sciandra sulla vetta del Dôme de Neige alle sue spalle l'Ailefroide
     
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gracco in primo piano dl Refuge du Glacier Blanc
     
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marmotta in primissimo piano sopra il Refuge du Glacier Blanc
     
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