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TETE BLANCHE m. 3.413
passando per il
RIFUGIO ALL'AMIANTHE CHIARELLA m. 2.979
- VALPELLINE - |
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Iniziamo il racconto del percorso di salita per giungere prima al rifugio All'Amianthe Chiarella m. 2.979 e poi
alla Tete Blanche m. 3.413
Documentazione fotografica e dettagli dell'escursione curati da Daniele Repossi.
Via si parte !!! |
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rifugio Chiarella all'Amianthe |
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indicazioni iniziali a Glacier |
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l'inizio del sentiero |
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Località di partenza: Glacier, Ollomont (m. 1.549)
Quota di partenza: 1.549 m.
Quota di arrivo: 3.413 m.
Dislivello: 1.864 m.
Posizione del rifugio: sulla sommità di uno sperone roccioso che domina la conca di By
Difficoltà: EE
Ore: 8.30 a/r
Periodo: luglio, agosto, inizio settembre |
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in salita nella parte iniziale |
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La salita al rifugio Chiarella all'Amianthe e quindi alla Tete Blanche è una delle più lunghe e faticose della Valpelline
e della Val d'Aosta.
Per questo si raccomanda una buona preparazione fisica, resistenza in salita e assenza di disturbi legati alla quota
(si arriva fino a 3.413 m.)
Inoltre, mai come in questo caso, occorre partire solo con assoluto bel tempo e informarsi preventivamente sulle
condizioni climatiche in quota, che possono cambiare repentinamente.
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la Grivola di mattina |
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Con l'auto, l'uscita autostradale è ad Aosta, poco prima di imboccare la superstrada che porta direttamente a
Courmayeur.
Si imbocca il tunnel verso il passo del Gran San Bernardo e quindi si seguono le indicazione per la Valpelline;
ad un certo punto si svolta a sinistra per Ollomont.
Da qui, si segue la strada fino al piccolissimo abitato di Glacier, a 1.549 m, dove si lascia l'auto in un bel parcheggio.
Dal paese, costituito da poche case (alcune anche abbandonate), partono numerose escursioni: per il rifugio
Chiarella il sentiero (segnavia n°4) inizia a 100 m. circa prima di arrivare nel parcheggio, sulla sinistra della strada,
e porta nella prima parte direttamente a By, dove vi sono un bellissimo lago, un alpeggio e una chiesetta. |
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la valle di Ollomont con la casa isolata e l'inizio del sentiero |
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La salita si fa quasi subito abbastanza ripida, raggiungendo all'inizio una casa un po' isolata (si passa sotto ad un
acquedotto tipico in stile romanico), per poi scendere fino a traversare il torrente Buthier al di sotto di una bella
cascata e quindi risalire a tornanti costeggiando sempre questo salto d'acqua.
Il sentiero ora si sposta a sinistra e, sempre a tornanti, supera un salto roccioso in mezzo alla rada vegetazione.
In una splendida giornata di sole, ecco apparire in lontananza la Grivola, quasi a "chiudere" la valle di Ollomont. |
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il lago di By |
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Ancora pochi metri di salita fra le rocce e ci si immette per un breve tratto su di una mulattiera che subito si biforca in
due direzioni ma che entrambe portano al lago di By, aggirando una chiesetta in cima ad un piccolo sperone roccioso.
Dal lago di By (sosta obbligata dopo la fatica iniziale, anche per scattare qualche foto), non solo inizia la parte più
faticosa in assoluto ma anche il tratto più "incasinato" in quanto a segnaletica verso il rifugio, almeno fin quando
non si raggiunge l'alpeggio di By. |
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il gruppo montuoso dove sorge il rifugio |
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Lasciato il lago infatti, a meno di non conoscere già a memoria il tracciato, si ha la sensazione di aver smarrito il
sentiero, in quanto non sembrano più esserci indicazioni evidenti.
Ho notato molte persone scambiarsi informazioni armati di cartine (sempre da avere con se!) circa la direzione da
seguire e proseguire poi a gruppetti.
Qualche segnale in più servirebbe sicuramente in questo punto. |
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la chiesetta al lago di By |
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flora alpina |
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Dal lago si lascia a sinistra il sentiero che porta al bivacco Savoie e ci si tiene sulla destra sulla mulattiera principale
(si risale un breve pendio erboso se si è costeggiato il lago sulla sinistra, vedere foto sottostante).
Arrivati all'abitato di By si svolta di nuovo a destra nei pressi di una casa sulla quale vi è ora l'indicazione per il rifugio e
si risale sui verdi prati "tagliando" in obliquo (sempre sulla destra), lasciando il sentiero che porta alla Fenetre Durand
per il tour des Combins.
Come riferimento si può prendere l'alpeggio di By (alpeggio Le Baracche) che è collocato poco più in alto in mezzo ai prati: è qui che il sentiero arriva, dopo un altro tratto di salita abbastanza faticoso. |
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il lago di By con il sentiero che lo costeggia venendo da sinistra |
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poco sopra l'abitato di By |
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All’alpeggio il sentiero sembra perdersi di nuovo: occorre sempre salire in obliquo dietro il tetto della stalla fino a
ritrovare il sentiero che, proseguendo sotto le pendici di Punta Ratti, porta in salita ad un guado dove sulla destra
scende una cascatella dalla bastionata rocciosa sulla quale sorge il rifugio. |
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in salita sui prati |
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verso il guado |
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Dopo un’altra breve sosta e le solite foto di rito, si prosegue in salita a tornanti su di un pendio erboso molto verticale.
La fatica qui è massima, si fanno pochi passi e ci si riposa un minuto, altri piccoli passi e altro riposo; sembra di salire in progressione su di una vetta himalayana in quanto a sforzo fisico.
Superato il pendio erboso si arriva ad un punto di sosta nei pressi di un grosso masso e da qui si intraprende
l’ultimo salto quasi verticale fino al pianoro dove vi è il rifugio Chiarella. |
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al guado del torrente Tsa de Tsave |
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panorama |
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Il lago e la conca di By appena lasciati |
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La vegetazione scompare quasi di colpo per lasciare il posto alla roccia, ai detriti, al fango dovuto alle nevi che
si sciolgono.
Dopo essere saliti per un tratto ancora a tornanti si intravede un tratto di corde fisse e pioli metallici poco sopra
sulla roccia.
Per arrivarci si può seguire il sentiero a sinistra (non sempre evidente) aiutati da infissi metallici per non scivolare,
oppure salire dritti in verticale in un canalino roccioso (facendo presa con le mani sulla roccia e ponendo attenzione
a non scivolare). |
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Punta Ratti |
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al punto di sosta prima del tratto attrezzato |
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Il breve tratto attrezzato non presenta invece difficoltà, sebbene sia un po' esposto.
Ancora pochi passi e si arriva al rifugio Chiarella!
La fatica è ampiamente ripagata dallo splendido panorama sulle vette circostanti e si possono ammirare il Mont Velan,
la Grivola, il Gran Paradiso, l'Emilius, la Tersiva e la catena del Morion.
Oltre naturalmente tutta la conca di By col laghetto, la chiesetta, il paesino e l'alpeggio. |
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verso il tratto attrezzato |
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su sfasciumi con una notevole pendenza |
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il canalino di salita privo di corda fissa |
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il tratto attrezzato |
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il vecchio rifugio ora locale invernale |
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il panorama dal rifugio |
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Grivola e Gran Paradiso |
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Subito a destra del rifugio il sentiero prosegue verso la Tete Blanche: sono circa poco più di 400 m. di dislivello ancora da superare, dai 2.979 m. del rifugio ai 3.413 della vetta.
Ma ne vale assolutamente la pena.
Il sentiero, ora sempre ben marcato almeno in assenza di neve, aggira una sporgenza rocciosa (tratto un po' esposto,
attenzione massima in presenza di neve residua) per salire all'inizio gradatamente, poi in maniera decisa
verso la cima. |
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il Mont Velan |
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L'ultima parte è quella più impegnativa, non per via di tratti attrezzati o passaggi su roccia difficili, ma per la pendenza
del sentiero che sale sempre a tornanti su sfasciumi e per la quota notevole.
Pochi passi ancora e si arriva finalmente in cima! Il dislivello (quasi 2.000 m!) e la fatica sono stati notevoli ma lo
spettacolo che compare davanti agli occhi lo è ancora di più.
Il Gran Combin nella sua magnificenza innanzitutto, ma anche il ghiacciaio del Mont Durand, il Mont Gelè, il
Cervino, il Mont Velan e sullo sfondo a sinistra anche il Monte Bianco.
Dopo una lunga pausa pranzo e aver scattato moltissime altre foto, si scende piano piano verso il rifugio Chiarella e
verso valle, a Glacier, per lo stesso itinerario di salita. |
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il Mont Velan con il RIfugio Chiarella all'Amianthe |
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in salita aggirando il costone roccioso |
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una lingua di ghiaccio |
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ultimi passi prima della cima alla Tete Blanche |
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il Gran Combin |
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panorama sul Cervino |
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alla Tete Blanche col Gran Combin |
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la cascata del ghiacciaio Durand |
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Discesa: per lo stesso itinerario di salita
Note: escursione bellissima assolutamente da non perdere, richiede capacità di resistenza allo sforzo fisico,
assenza di problemi legati alla quota, capacità di camminare su terreni a volte instabili e in generale in alta montagna.
Attenzione massima in caso di neve residua in quota.
Relazione e fotografie di: Daniele Repossi |
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il Mont Velan e il Monte Bianco sulla destra |
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tramonto nella conca di By |
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