PETIT GREUVETTA DROMI m. 3.226
- MONTE BIANCO -
 
 
DROMI
Quote di vetta: 3.226 m.
Difficoltà: ED nuts e friends
Diff. obbligatoria: 6a+ max 6b+
Dislivello e parete: 600 m. 2 corde da 50 mt.
Esposizione: sud - ovest
Discesa: doppie sulla via
Punti di appoggio: bivacco Gervasutti
 
petit greuvetta
 

Tiri: 6b - 5c - 6b - 6b - 6b - 6a+ - 5c - 6a+ - 6b+ - 6a+ - 5c- 5c - 5b - 6a

Da Courmayeur proseguire in direzione del tunnel, giunti ad un curvone deviare a destra per la Val Ferret; risalire la vallata sino a Lavachey. Lasciata l'auto proseguire per il bivacco Gervasutti. Imboccare il sentiero che attraversa il bosco ed entra nell'ampio vallone morenico, il tracciato si perde e bisogna seguire i rari bolli gialli e gli ometti di pietra, attraversare il torrente e risalire un irto pendio erboso sul fondo della vallata. Raggiunte le pareti rocciose si attraversa un ruscello e si sale sulla destra per rocce e placche con facile arrampicata (II grado) per circa 80 metri; si prosegue su sentiero ripido ed esposto sino ai resti del bivacco di Frebouze (m. 2.360) per poi attraversare a sinistra su pietraie e placche sotto il Mont Greuvetta. L'attacco è 40 metri a destra della via Barthassat-Emery. (2 h 15 min da Lavachey o 20 min dal bivacco Gervasutti.

Per trovare l'attacco dovete calcolare circa 30 m. dal diedro nero (cola acqua) all'estrema sx. della parete. Qui da una cengia potete cambiarvi per poi andare alla prima sosta spostata lungo la cengia ascendente verso dx. per 10 m. (uno spit con un cordino). Per arrivare all'attacco conviene avere almeno dei ramponcini perché il nevaio, alto circa 100 m., è molto duro (soprattutto il mattino). La via ha le soste attrezzate con 2 spit, maillon e catena, utilizzate anche per le doppie (tranne una).

I tiri sono molto lunghi ed anche molte doppie sono sui 47/48 m. La via si divide in due parti: una prima parte, più interessante, molto spittata lungo le placche ed una seconda più facile, ma meno attrezzata che ricorda Kermesse Folk al Triolet.
Le difficoltà riportate nella relazione sono quelle segnalati dagli apritori, anche se - senza voler svalutare i gradi, viste anche le mie mediocri capacità - direi che sono in realtà inferiori; secondo il mio giudizio ci sono forse 3 passi di 6b in tutta la via. La via non è mai di forza, visto che si svolge su placconate. I tiri sul 5° grado hanno pochi spit (1/2 per tiro) e quindi, a volte, risultano più impegnativi. Gli spit, di colore grigio come la parete, si confondono molto bene; tant'é che abbiamo impiegato un certo tempo a trovare il primo... Nel 2° tiro bisogna puntare al diedro in alto a dx. della sosta e delle placche. Il passo chiave del 9° tiro è un passo di placca ben protetto, non difficile ed azzerabile.

L'11° tiro è troppo lungo e le corde fanno attrito: conviene dividerlo in due. Si parte dalla sosta e ci si ferma al 2° spit, integrandolo con un nut. Da qui si riparte a sx. per circa 5 m. e si sale dritti lungo fessure sprotette, ma molto ben proteggibili, fino a tornare a dx. (spit) e trovare la sosta sul terrazzino. Nel 12° e 13° tiro è possibile non trovare immediatamente la sosta, visto che hanno pochi spit e le difficoltà sono equivalenti lungo la parete. L'importante è puntare alla sommità (quindi prima leggermente a sx., poi decisamente a sx.) e qui troverete l'ultima sosta (o la prima calata). Consiglio di portare un assortimento di nut e friends fino al 3.5/4 (utile lungo diversi tiri di corda il n. 6 delle Ande), che servono nelle lunghezze più facili, mentre quelle più difficili sono quasi interamente spittate.

Note: per finire consiglio a tutti di salire questa via che, per le sue difficoltà accessibili, la sua attrezzatura generosa e la sua lunghezza, merita di diventare una grande classica.

Relazione e fotografie di: Stefano Pivot