MONTE EMILIUS mt. 3.559 - cresta ovest - |
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Località di partenza: Pila mt. 1.800 Dislivello e lunghezza: 1.097 mt. all'attacco della ferrata + 700 mt. circa di percorso attrezzato Difficoltà escursione : EE/F- con passaggi continui su ferrata Difficoltà ferrata: EEA Attrezzatura: da ferrata (casco, imbracatura, cordoni e moschettoni con dissipatore) Ore: 3,5 h fino all’attacco. 3-4 ore fino in vetta . 4 ore per la discesa Periodo: luglio, agosto, settembre |
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Da Aosta si seguono le indicazioni per Pila , si risale tutta la strada regionale 18 sino ad arrivare al primo parcheggio posto nei pressi dell'arrivo della cabinovia Aosta-Pila. Relazione di: Erik Rosazza |
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Il Monte Emilius, a mio modesto avviso, rappresenta la montagna perfetta come spartiacque tra escursionismo e alpinismo. Un confine sottile, spesso argomento di discussione, e tracciato sulle basi di valutazioni personali. L'Emilius fu scalato per la prima volta nel 1.826 dal canonico Georges Carrel. In origine la montagna si chiamava "Le Pic De Dix Heures", ma nel 1.839 una giovane fanciulla quattordicenne, Emilie Argentier lo scalò e il canonico Carrel propose di ribattezzare la vetta con il nome di Emilius in onore della giovane Emilie. Gita lunga adatta a ottimi camminatori se la si vuole coprire in giornata, fattibile anche spezzandola in due giorni con un pernotto al Rifugio di Arbole. La salita che vado a descrivere è stata fatta in giornata in un fine agosto dell'estate 2008 con un pizzico di brivido nel finale a causa di una fitta nevicata iniziata appena conquistata la cima. Dall'arrivo della seggiovia dello Chamolé, a quota 2.303, si inizia a camminare su un bellissimo sentiero a mezzacosta che aggira un paio di costoni e conduce in una decina di minuti al Lago dello Chamolé (mt. 2.311). Aggirato il lago sulla sinistra si prende il sentiero che traversa a mezzacosta verso destra fino a un vallone erboso e dopo averlo superato si sale verso il Colle di Chamolé (mt. 2.641) che si raggiunge in circa 40' dall'arrivo della seggiovia. Arrivati al Colle si gode un bellissimo panorama sulla conca di Arbole e sul massiccio dell'Emilius. Dal colle si scende per circa 150 metri verso il rifugio di Arbole, questo tratto rappresenterà una difficoltà in più al ritorno, quando si avrà nella gambe l'intera impegnativa camminata e si dovrà affrontare il dislivello in salita per ritornare al Colle di Chamolé. Scendendo dal colle si procede in direzione del Lago di Arbole si attraversa la piccola diga di sassi che chiude l'invaso, si toccano alcune baite ed eccoci al Rifugio di Arbole (mt. 2.510) in circa un'ora dall'arrivo della seggiovia. Dal rifugio comincia l'itinerario vero e proprio per l'Emilius. Si lascia sulla destra il sentiero che conduce al colle Garin e si sale verso il Lago Gelato collocato a 2.956 mt. (1 ora circa dal rifugio, 2 dall'arrivo della seggiovia dello Chamolé) in mezzo a un anfiteatro dominato dall'Emilius e dalla Punta Rossa. Dal Lago Gelato è ben visibile la tappa successiva che porta al Colle dei Tre Cappuccini (mt. 3.241) caratterizzato da tre denti rocciosi sulla parte bassa della cresta Sud della normale all'Emilius. L'altro valico ben individuabile dal Lago Gelato è il Colle d'Arbole (mt. 3.154) itinerario a destra. Si continua tenendo la sinistra e attraverso una pietraia superando qualche grosso masso si arriva al Passo (1 ora dal Lago Gelato) da dove si apre una bella vista sulla Tersiva (mt. 3.512). Dal Passo dei Tre Cappuccini si attacca la cresta Sud. Subito un tratto delicato ed esposto dove una targa commemorativa ricorda la tragica fine di una escursionista. La pendenza è aumentata e decisa, il terreno è impervio, sfasciumi e grossi blocchi. A quota 3.400, tenendo la sinistra, aiutandosi con le mani e superando qualche passo di facile arrampicata (I grado) evitando i salti di rocce della parete est si raggiunge la cima (1 ora dal Passo dei Tre Cappuccini) dove è posizionata una Madonnina. In cima si comprende come l'etichetta di migliore belvedere della Valle d'Aosta sia ampiamente meritata trovandosi l'Emilius esattamente al centro della Valle d'Aosta. Purtroppo le condizioni meteo, poco favorevoli, impediscono di godere del panorama. Si vede Aosta, un puntino 3.000 metri più in basso, la Becca di Nona che con i suoi 3.142 mt. (visti dall'alto) sembra il fratello minore dell'Emilius. Pochi minuti in vetta e alle ore 12 esatte, dopo 4 impiegate per raggiungerla, inizia a nevicare. Fenomeno inconsueto per essere il 25 agosto, come il calo termico improvviso di una decina di gradi. Discesa immediata con la neve che attacca la roccia in fretta trasformando l'itinerario, già impegnativo in alpinistico. La nevicata prosegue piuttosto copiosa sino al Passo dei Tre Cappuccini. Superato il Passo e scendendo verso il Lago Gelato la situazione migliora rapidamente ed ecco comparire qualche raggio di sole. Si scende con tranquillità sino al Rifugio di Arbole per una meritata birra. Dopo la sosta si affronta la salita al Colle di Chamolè, da dove si torna al lago di Chamolè e alla stazione di arrivo della seggiovia. Relazione di Stefano Sciandra |
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