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RIFUGIO CITTA' DI MANTOVA m. 3.498
- VALLE DI GRESSONEY - |
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Località di partenza: Gressoney la Trinitè
Quota di partenza: 1.630 m.
Quota di arrivo: 3.498 m.
Dislivello: 1.868 m. (550 m. dal Passo dei Salati)
Posizione: sul versante sud del Monte Rosa, su di un ripiano ai piedi del ghiacciaio del Garstelet,
nell'alta valle di Gressoney
Difficoltà: EE
Ore: 3.45 a/r
Periodo: luglio, agosto |
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la coltre di nubi sulla valle di Alagna |
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una bella famigliola di camosci |
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i piccoli di camoscio |
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due stambecchi |
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L'escursione ai rifugi del versante sud del Rosa è spettacolare, unica ed esaltante.
In un ambiente di alta montagna, ai piedi dei ghiacciai e sotto le cime più famose del massiccio ci si trova a
varcare il confine del semplice escursionismo in una via di mezzo tra questo e l'alpinismo d'alta quota.
La sensazione di gioia, benessere e libertà del trovarsi in questi luoghi è difficilmente descrivibile, bisogna provarla.
Il rifugio Città di Mantova si trova ai piedi del ghiacciaio del Garstelet, poco più sotto del rifugio Gnifetti.
Entrambi sono il punto di partenza classico per le ascensioni alle varie cime del gruppo o per semplici
escursioni su ghiacciaio (sempre in compagnia di una guida o di qualcuno esperto però). |
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Passo dei Salati |
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lasciando il Passo dei Salati |
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lo Stolemberg e la Punta Giordani alle spalle |
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Il Mantova rispetto al Gnifetti è stato recentemente ampliato e ristrutturato ed è in genere molto meno
affollato del Gnifetti, ideale quindi è passarvi la notte in previsione di un secondo giorno in questi posti.
L'accesso al rifugio avviene raggiungendo con l'auto Gressoney la Trinitè e quindi la località Stafal, dove si
parcheggia e si prende l'impianto che sale al Passo dei Salati (attenzione a non sbagliare, l'impianto che sale
nella direzione opposta porta al Colle del Bettaforca).
Consiglio vivamente di prendere suddetto impianto, l'escursione a piedi sarebbe inutilmente lunga, monotona
su strada poderale e poco interessante. |
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primo tratto attrezzato dello Stolemberg |
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passaggio esposto |
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panorama verso Alagna |
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Da Stafal l'impianto porta direttamente all'arrivo della nuova funivia situato alla Indren permettendo di accorciare ulteriormente il tragitto, tuttavia suggerisco di scendere ai Salati e proseguire a piedi.
Questo tratto è si un po' aereo (si aggirano le roccette dello Stolemberg) ma molto remunerativo e spettacolare.
Scesi ai Salati non è difficile incontrare una famigliola di camosci e stambecchi abituati alla presenza dell'uomo
in questi luoghi, che quindi si lascia avvicinare senza difficoltà. |
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fune sullo Stolemberg |
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nubi sullaltopiano dei Salati |
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Dopo le foto di rito agli animali e al panorama, (molto interessante già da qui), si sale dietro l'arrivo dell'impianto
su di una strada che porta alla partenza dell'altro troncone della funivia per la Indren, ma lo si lascia quasi
subito per imboccare il sentierino (bolli gialli) che sale sugli sfasciumi verso le rocce dello Stolemberg. |
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Punta Giordani, Piramide Vincent e Lyskamm |
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ed ecco il Monte Bianco! |
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Arrivati alla base delle rocce si affronta ora un tratto attrezzato abbastanza lungo con poco dislivello dove
l'unica "difficoltà" è solo l'esposizione.
Superato questo tratto il sentiero prosegue a mezza costa ai piedi della roccia su sfasciumi un po' a saliscendi.
Si seguono sempre i bolli gialli sui massi e le numerose frecce; il sentiero comunque è unico ed è impossibile
perderlo.
Un ultimo tratto di salita porta al secondo tratto attrezzato con corda fissa a mezza costa, anche questo non
impegnativo, in un solo punto esposto sulla Valsesia.
Terminato questo tratto una breve discesa porta al Colle Superiore delle Pisse. |
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seguendo le frecce su sfasciumi |
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discesa attrezzata al Colle delle Pisse |
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Da qui la salita si fa continua su roccette e pietraia fino all'arrivo della vecchia stazione della funivia che
saliva da Alagna.
Inizia ora un traverso che, prima tra rocce e nevai e poi su ghiacciaio, porta direttamente sotto la sporgenza dove
sorge il rifugio Città di Mantova.
Dalla vecchia stazione si segue sempre la traccia ben marcata sulle rocce e si avanza quasi in piano fino a portarsi sul ghiacciaio d'Indren. |
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la Giordani e la Vincent con la vecchia stazione della Indren |
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ancora lo Stolemberg col sentierino |
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La traccia sul ghiaccio è anch'essa marcata ed è impossibile perdersi anche perché la zona è sempre molto
ben frequentata.
Sebbene molti sostengono che il ghiacciaio sia percorribile anche senza ramponi (io non li avevo ancora) in
quanto il ghiaccio si sta progressivamente sciogliendo e numerosi sono i rigagnoli e le pozze d'acqua, io consiglio vivamente di non avventurarsi senza l'adeguata attrezzatura.
E' vero che non c'è salita o difficoltà di sorta, ma il solo stare in equilibrio con gli scarponi sul ghiaccio vivo
(molto spesso bisogna si lascia leggermente la traccia per evitare di finire nell'acqua con tutta la caviglia) è una vera impresa. |
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attraversamento di un nevaio |
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laghetti di fusione |
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Avanzando pianissimo sono riuscito a non cadere ma le evoluzioni (leggasi voli) a cui ho assistito da parte di altri escursionisti sono state numerose.
Con i ramponi e la piccozza il ghiacciaio d'Indren si supera molto agevolmente (non si devono aggirare crepacci) e
in breve si raggiunge di nuovo il sentiero sulle rocce, arrivando ad un bivio.
Seguendo le corde fisse si affronta un tratto attrezzato verticale e piuttosto esposto dove normalmente sarebbe
meglio usare l'imbrago, mentre prendendo a sinistra il sentiero aggira le rocce portando direttamente al rifugio senza difficoltà (un breve tratto attrezzato elementare). |
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sul nevaio |
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il ghiacciaio d'Indren e la salita verso i rifugi |
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All'andata io ho seguito le corde mentre al ritorno sono sceso dal sentiero, molto più agevole.
Nel primo caso a forza di braccia e gambe si esce poco sopra al rifugio Mantova, nei pressi di una croce e in pochi
minuti prendendo a sinistra si arriva a destinazione.
Nel secondo caso si arriva direttamente sulla soglia del rifugio.
L'emozione che si prova a raggiungere questi luoghi e queste quote non è spiegabile, bisogna viverla.
Il panorama da qui è superbo e comprende oltre alla Piramide Vincent con lo sperone roccioso dove sorge
il rifugio Gnifetti, i ghiacciai del Lys, Lyskamm e Garstelet, il Castore e in lontananza il Monte Bianco e le Alpi Graie. |
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in pieno ghiacciaio d'Indren |
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crepacci nei pressi della funivia d'Indren |
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sotto al tratto attrezzato |
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i laghetti d'Indren |
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Discesa: per l'itinerario di salita seguendo il sentiero che parte dal rifugio fino alla funivia d'Indren.
Note: escursione non lunga ma abbastanza tecnica riservata ai più esperti per via dei tratti attrezzati un po' esposti
e per il percorso su ghiacciaio che richiede adeguata attrezzatura (ramponi e piccozza).
Da effettuarsi solo in condizioni di tempo stabile.
Relazione e fotografie di: Daniele Repossi
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un tratto in forte pendenza |
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il punto attrezzato più difficile |
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il ghiacciaio del Garstelet |
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il Garstelet sotto la Piramide Vincent |
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arrivo al rifugio Città di Mantova |
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il lato del rifugio |
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il grande ghiacciaio del Lyskamm (seracchi) |
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la Piramide Vincent e il Gnifetti |
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lasciando il rifugio Mantova |
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verso la funivia d'Indren |
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un vero alpinista sul ghiacciaio d'Indren! |
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i crepacci dell'Indren |
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lo scioglimento del ghiacciaio |
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ultimi raggi di sole sull'Indren |
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ruscelletto sul ghiacciaio |
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