RIFUGIO MANTOVA AL VIOZ 3.535 mt.
- Parco Nazionale dello Stelvio una splendida escursione raccontata e illustrata
dal nostro collaboratore Daniele Repossi -
     
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arrivo al rifugio Doss dei Grembi
     
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panorama dal Doss dei Gembri
     
Località di partenza: Pejo Fonti, Val di Sole 1.397 mt.
Quota di partenza: 1.397 mt.
Quota di arrivo: 3.535 mt.
Dislivello: 2.138 mt. (1220 mt. Dal Doss dei gembri)
Posizione: ai piedi del Monte Vioz nel Parco Nazionale dello Stelvio
Difficoltà: EE
Ore: 6 a/r dal Doss dei gembri (altre 6 circa da pejo Fonti)
Periodo: mesi estivi
     
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in partenza
     
Il rifugio Mantova al Vioz, il più alto delle Alpi Orientali (ben 3.535 mt.), si trova in Val di Sole (Trentino) all'interno del Parco Nazionale dello Stelvio nel gruppo Ortles-Cevedale, in alta Val di Pejo.
L'escursione inizia appunto da Pejo Fonti e prevede l'impiego del tratto iniziale della funivia (telecabina e seggiovia) che dal paese porta al Doss dei Gembri, dove sorge anche l'omonimo rifugio.
In questo modo si accorcia il cammino, che sarebbe lungo e monotono se percorso a piedi dal paese, senza contare l'obbligo del pernottamento al rifugio dato l'elevato tempo di percorrenza (6 ore e mezza di sola andata da Pejo).
Nonostante l'ubicazione del rifugio ad una quota importante nonchè la sua posizione su di un pianoro roccioso ai piedi del Monte Vioz, il percorso non presenta alcuna difficoltà tecnica cosicchè chiunque un po' allenato può giungervi tranquillamente.
     
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sul sentiero iniziale (in ombra sulla cima c'è il rifugio)
     

La difficoltà EE che ho mantenuto è solo dovuta alla lunghezza del percorso, alla quota e all’allenamento comunque richiesto per affrontare percorsi simili su terreni rocciosi e con sfasciumi tipici dell’alta montagna.
Per buona parte del percorso inoltre si cammina su tratti di sentiero un po’ esposti.
Mai come in questo caso informarsi sulle condizioni meteo è a dir poco fondamentale.
Rischiare di incappare in un temporale o essere avvolti dalle nubi a queste quote è davvero sconsigliabile.

     
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poco sopra il Doss dei Gembri, sul pianoro
     
Dal Doss dei Gembri ci si incammina per pochi metri in Val della Mite per poi prendere il sentiero sulla destra che sale il costone roccioso e prosegue e mezza costa a zig-zag su pendii erbosi per un buon tratto, fino a sbucare su di un pianoro roccioso.
Il sentiero è sempre ben segnalato (n°105) ed è impossibile perdersi o sbagliare strada.
La salita nella prima parte non è ripida e di buon passo si è subito arrivati sulle rocce sovrastanti il rifugio Doss dei Gembri.
Da qui il panorama è già incantevole su tutta la val di Pejo e sulla Presanella.
Ancora più impressionante però è la vista del rifugio lassù in cima, sul Vioz, in ombra la mattina.
Da qui si capisce la distanza ancora da percorrere.
     
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uno sguardo sulla Presanella
     
Inizia ora la parte più importante e spettacolare: sempre a zig-zag si sale lungo la dorsale rocciosa che scende dal Vioz, ora affrontando il lato della Valle della Mite, ora quello di Zampil.
La pendenza è sempre costante, mai impossibile.
Si sale gradualmente ma inesorabilmente.
Lungo questo tratto il vento (a tratti sferzante) sarà molto spesso una costante fino al rifugio.
     
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l'inizio della parte su pietraie
     

Man mano che si sale il dislivello si fa sentire ma non si può non rimanere incantati dalla vista sulle cime circostanti; dopo la Presanella si profila tutto il gruppo del Brenta e ancora i monti della val della Mare dal lato opposto di salita.
Si percepisce già la quota importante e la valle di Pejo è sempre più piccolina là sotto.

     
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i profili del Brenta di mattina
     
Sul versante della Valle della Mite si può vedere il vecchio rifugio Mantova, al momento in ricostruzione.
A circa 3.206 mt. si arriva al Brik, un breve traverso di collegamento fra creste rocciose.
Questo tratto è attrezzato con corde fisse in quanto, sebbene quasi in piano, è esposto.
Non vi sono difficoltà, il sentiero è sempre abbastanza largo.
     
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parte del sentiero percorso
     
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in una finestra un pò esposta
     
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la valle della mare con il lago e il ghiacciaio del Careser
     
Superato questo tratto si ricomincia a salire a tornanti su rocce e pietraie fino a portarsi sul versante sotto il Monte Vioz.
La salita da qui continua a zig-zag in leggera esposizione ma rientrando sempre nella montagna, lasciando sempre intravedere la parte di sentiero percorsa sottostante.
Dopo aver superato un tratto di pochi metri con scalini metallici e svariati tornanti, si giunge sull'anticima dove sorge il rifugio, ben visibile.
     
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l'ex rifugio Mantova sulla sinistra
     
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sul sentiero in salita
     
Anche a fine estate qui non è raro imbattersi in brevi tratti su neve.
Ancora un piccolo sforzo e si arriva finalmente al rifugio Mantova al Vioz.
     
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la Val di Sole e il lontano punto di partenza
     
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arrivo al brik
     
La vista che si gode da qui è sensazionale.
A 360 gradi, la Val di Sole col Brenta, il gruppo della Presanella, la Valle della Mare col lago e il ghiacciaio del Careser, il Monte Vioz e poco dietro il ghiacciaio dei Forni, per non parlare delle più famose cime delle Dolomiti.
     
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il tratto con catene
     
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il tratto di sentiero percorso tra creste rocciose
     
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poco sotto l'anticima dove sorge il rifugio
     
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il Brenta con la val di Sole
     
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arrivo al rifugio Mantova Vioz
     
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panorama sulla Valle della Mare
     
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il Monte Vioz visto dall'anticima
     
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rifugio Mantova al Vioz
     
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panorama sulle Dolomiti
     
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la Val di Sole con il Brenta, dal Vioz
     
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il gruppo della Presanella
     
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verso il ghiacciaio dei Forni
     
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poco sopra il rifugio Mantova al Vioz
     
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pomeriggio sulla Val di Sole
     
Discesa: per l'itinerario di salita.
Note: escursione lunga ma non particolarmente faticosa se affrontata con la giusta preparazione.
L'assenza di particolari difficoltà lungo il percorso fa del rifugio Vioz una delle mete più ambite e ricercate di tutte le Alpi Orientali, consentendo anche a chi non sale in montagna con specifica attrezzatura di godere uno dei panorami più belli delle nostre Alpi.
La quota e le condizioni climatiche sono assolutamente da non trascurare; il Vioz inoltre tende ad essere abbastanza spesso coperto da nubi.

Relazione e fotografie di: Daniele Repossi
     
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