RIFUGI TRE SCARPERI 1.626 mt.
RIFUGIO
LOCATELLI 2.405 mt.
- TRENTINO ALTO ADIGE - |
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i Tre Scarperi di mattina |
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sulla strada verso il rifugio Tre Scarperi |
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Località di partenza: Val Campodidentro
Quota di partenza: mt. 1.334
Quota di arrivo: mt. 2.405
Dislivello: mt. 1.071
Posizione: in un ampio pianoro al culmine della Val Campodidentro il rifugio Tre Scarperi, sulla forcella di Toblin di
fronte alle Tre Cime il rifugio Locatelli
Difficoltà: E
Ore: 1 ora fino al rif. Tre Scarperi, 2 h 40' fino al rif. Locatelli, poi 2h 45' se si scende dallo stesso percorso o 3 ore
scendendo per la Val Fiscalina
Periodo: luglio, agosto, settembre
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la Croda dei Baranci |
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Un altro itinerario molto suggestivo e spettacolare del gruppo delle Tre Cime, è quello che conduce dall'inizio della Val Campodidentro al rifugio Locatelli, percorrendo tutta la valle stessa e passando dal caratteristico rifugio Tre Scarperi.
Siamo un po' più a nord delle Tre Cime e per raggiungerle passiamo direttamente sotto le rocce del gruppo dei Tre Scarperi, aggirandolo con sentiero sempre comodo. |
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la Torre degli Scarperi |
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sotto le rocce degli Scarperi |
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L'anello completo che ho percorso prevede la discesa per la Val Fiscalina e il ritorno in navetta al parcheggio di partenza.
La parte più interessante e remunerativa dal punto di vista del panorama è sicuramente la seconda, la traversata tra i due rifugi, quando si inizia a risalire a tornanti fra la vegetazione e le roccette di questo gruppo montuoso.
La prima parte del percorso che conduce al rifugio Tre Scarperi è quella classica e maggiormente frequentata in quanto la maggioranza delle persone, come ho potuto notare, non si cimentano nemmeno nella classica oretta a piedi (su strada poi) per raggiungere il culmine della valle preferendo usufruire del servizio di bus-navetta che porta a 5 minuti dal rifugio stesso. |
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il rifugio Tre Scarperi |
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il pianoro antistante al rifugio |
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Da San Candido o da Sesto si arriva all'imbocco della Val Campodidentro e la si risale fino ad arrivare ad un posteggio
nei pressi di una vecchia segheria.
Da qui risalendo a piedi la strada asfaltata che percorre anche la navetta, si arriva in un'ora al rifugio.
In alcuni punti consiglio di seguire l'itinerario che coincide con l'Alta Via n°4, tagliando parti della strada principale e
passando per i boschi e pini mughi.
Se volete cimentarvi con qualcosa leggermente più avventuroso, dal posteggio della segheria potete seguire
l'itinerario n°8 su sentiero tra boschi, poderali e fitta vegetazione che in 1h 50' risale il versante destro della montagna e
porta al rifugio ricollegandosi alla strada nella parte finale, uscendo dal bosco. |
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i Tre Scarperi |
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la Torre degli Scarperi |
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Io ho scelto quest'ultimo itinerario per evitare la folla e la navetta che ogni 10 minuti sfreccia lungo la strada almeno nella
prima parte fin dove possibile.
Il sentierino è deserto e in alcuni punti di difficile individuazione, soprattutto nel bosco; la direzione comunque è
obbligata, si prosegue sempre a mezza costa ed è difficile perdersi.
Il rifugio Tre Scarperi sorge su un ampio pianoro alla fine della vallata e da qui il panorama è un po' limitato.
Il colpo d'occhio va sicuramente alla Torre Bergmann della Croda dei Baranci alla destra del rifugio, mentre sopra lo stesso
si possono scorgere le punte dei Tre Scarperi e le pareti verticali del massiccio.
Il rifugio è sempre molto affollato ma per un panino o per avere un po' di tranquillità si può andare un po' oltre in questo
prato enorme che si trova di fronte allo stesso. |
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il sentiero che porta al rifugio Locatelli |
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su di un vecchio letto di torrente con la Croda dei Baranci sulla sinistra |
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i Rondoi |
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Inizia ora la parte più bella del percorso, quella che sale al rifugio Locatelli.
Seguendo le numerose indicazioni si prosegue lungo il sentiero che taglia il pianoro fino a risalire un immenso ghiaione
e ad arrivare ad un piccolo guado.
In altri tempi il torrente doveva avere una portata enorme.
Superato questo punto il sentiero si restringe e inizia a salire piuttosto deciso tra la vegetazione prima e le rocce poi,
sotto la Torre degli Scarperi.
Già a metà sentiero il panorama si apre ad una vista magnifica.
Tutta la Val Campodidentro sotto di noi, la Croda dei Baranci alla nostra sinistra e in fondo, all’orizzonte, si
intravede il Grossglockner. |
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prendendo quota nel bosco |
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la Croda dei Baranci |
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il tratto su pietraia |
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Il sentiero è sempre ben segnalato e privo di difficoltà, sebbene presenta tratti abbastanza ripidi e faticosi.
L’ultima parte è la più spettacolare con scalini e intagli nella roccia si passa accanto alle vecchie postazioni della
1°
guerra mondiale.
Ormai siamo in alto; qui il paesaggio è talmente favoloso che non si fa nemmeno caso alla fatica. |
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sullo sfondp il Grossglockner |
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Val Campo di Dentro e Baranci col sole |
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Dopo un altro tratto su roccette e scalette molto facili e panoramiche di colpo si rimane incantati dalla Torre di Toblin
che appare di fronte a noi in tutta la sua bellezza.
Poco più avanti ecco anche le Tre Cime.
Siamo quasi arrivati al rifugio Locatelli: si aggira la Toblin passando accanto a vecchie gallerie di guerra, si seguono
alcuni ometti di pietra e con una breve discesa costeggiando il Sasso di Sesto si arriva a destinazione. |
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la Torre di Toblin |
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La Torre di Toblin e Rondoi |
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vecchia galleria di guerra |
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la forcella nei pressi del rifugio Locatelli |
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Discesa: per la Val Fiscalina e poi rientro al parcheggio in Val Campodidentro con navetta o per l’itinerario di salita.
Note: escursione spettacolare e senza alcuna difficoltà ai piedi del gruppo dei Tre Scarperi e delle Tre Cime di Lavaredo. Consigliatissima a tutti gli amanti della montagna che non si stancano dopo qualche ora di cammino. Relazione e fotografie di: Daniele Repossi |
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le tre cime di Lavaredo |
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LA LEGGENDA DEL GIGANTE DELLA ROCCA DEI BARANCI
Verso il 1.100 i frati benedettini che vivevano nel convento di San Candido decisero di innalzare una collegiata nel
centro del paese e per questo chiesero l'aiuto degli scalpellini più famosi di Sesto.
Per ultimare il lavoro però questi ultimi si resero conto di non riuscire a trasportare i massi più pesanti e per questo
chiesero l'aiuto del gigante Haunold che viveva tra le rocce delle montagne di San Candido.
Haunold si offrì di svolgere il lavoro in cambio di cibo che doveva ricevere dagli abitanti ogni giorno; pretese un vitello,
un sacco di patate, un sacco di fagioli e una botte di vino.
A lavoro concluso Haunold continuò a pretendere lo stesso cibo ogni giorno e così gli abitanti che non poterono più
soddisfare le sue richieste decisero di eliminarlo tendendogli una trappola.
Una volta caduto nella stessa lo trafissero con le lance.
Ben presto si pentirono perché in fondo il gigante non aveva fatto nulla di male (era solo grosso e affamato) e loro avevano
la loro bellissima chiesa.
Così chiamarono Haunold la montagna vicino al paese (Rocca dei Baranci) e appesero una delle sue enormi costole
all’ingresso della collegiata.
Oggi il suo spirito vive ancora sulla montagna che ha preso il suo nome e spesso i sentieri che conducono sui suoi versanti
vengono chiusi a causa delle ripetute scariche di sassi che piovono dall’alto.
Che il giante sia ancora in collera? |
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il Monte Paterno |
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arrivo al rifugio Locatelli |
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ombre pomeridiane sulla Cima Una e Undici (alle spalle) |
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Lastron degli Scarperi |
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la Croda dei Toni sulla destra (in discesa per la Val Fiscalina) |
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Cima Una |
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discesa in Val Fiscalina |
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