BIVACCO DELLA PACE AL MONTE CASTELLO mt. 2.760
- TRENTINO ALTO ADIGE DOLOMITI - |
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partenza dal rifugio Fanes |
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salendo al Passo di Limo |
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Località di partenza: parcheggio presso il rifugio Pederù
Quota di partenza: 1.548 mt.
Quota di arrivo: 2.760 mt.
Dislivello: 1.212 mt.
Posizione: nel parco naturale Fanes-Sennes-Braies
Difficoltà: E/EE
Ore: 10 a/r (7.30 partendo dal rif. Fanes)
Periodo: inverno |
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sul Passo di Limo col Col Bechei alle spalle |
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La salita con le ciaspole al Bivacco della Pace, situato proprio sotto la Roccia del Monte Castello nel Fanes, è lunga e
faticosa nella parte finale.
Partendo dal rifugio Pederù a piedi è consigliabile spezzare l'escursione in due giorni.
Volendo per la salita si può usufruire del servizio di trasporto con gatto delle nevi fino al rifugio Fanes, accorciando i
tempi di due ore buone.
Il servizio funziona anche in discesa ma bisogna tenere presente di rientrare al rifugio Fanes non più tardi delle 15-15.30.
Si accede al Fanes sempre partendo dal rifugio Pederù, raggiungibile in auto da San Vigilio di Marebbe. |
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la Croda del Becco vista dal Passo di Limo |
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Col Bechei |
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A piedi o sul gatto delle nevi questo primo tratto regala già una soddisfazione enorme: si entra in un mondo incantato
ricoperto di neve dove il silenzio è interrotto solo dal passaggio delle navette motorizzate (non troppo frequenti per fortuna).
I camosci si fanno vedere sui pendii più alti, osservando il via-vai di gente diretta ai rifugi e alle cime.
E’ il regno del Fanes dove una volta viveva un Re con una figlia bellissima, Dolasilla, come narra una delle più famose leggende dolomitiche.
Poco distante dal rifugio Fanes, a circa 15 minuti, sorge invece il rifugio Lavarella. |
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il Monte Castello solitario al centro e Campestrin a destra |
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al Passo di Limo |
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I due rifugi sono molto frequentati anche in inverno; di solito la gente sale a piedi o con le ciaspole per poi scendere
con gli sci o con lo slittino.
La nostra meta però è ancora molto distante e il percorso ci porta molto più in alto.
Partendo alle spalle del rifugio Fanes ci si incammina verso il Passo di Limo che si raggiunge in breve tempo.
Molti percorrono questo tratto per fermarsi quassù a scattare foto, in uno dei punti più panoramici. |
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sguardo verso il rifugio Sasso delle Nove e Col Toronn (piccolo al centro) |
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il Crtistallo visto dalla malga Fanes Grande |
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Si vedono tutte le cime principali come il Sant Antone, il Sasso delle Nove e delle Dieci, l'altopiano del Sennes di fronte
con la Croda del Becco e i due rifugi lasciati poco fa sotto di noi.
Il Col Bechei si innalza sopra di noi mentre guardando oltre il Passo di Limo vediamo il Monte Castello, il Campestrin e
la Furcia Rossa. |
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verso la malga Fanes e il Monte Castello (al centro) |
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alla malga Fanes Grande |
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Dal Passo in leggera discesa si raggiunge la malga Fanes Grande, chiusa in inverno, si oltrepassa fino ad incontrare
una deviazione dove si prende a sinistra per il sentiero della Pace (a destra si va alla Capanna Alpina).
Sulla sinistra appare la mole del Cristallo, che domina Cortina.
Si segue una traccia di sci fino ad entrare in un rado bosco di larici e da qui inizia la salita verso il Monte Castello. |
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al bivio per il sentiero della Pace Col Campestrin |
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le Conturines |
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A circa 2.200 mt. si punta verso destra in direzione di grossi blocchi di pietra (sotto le Cime di Campestrin
dall'evidente parete giallastra).
La fatica inizia a farsi sentire ma per fortuna il sole splende.
La meta si avvicina e inizia ad intravedersi anche il bivacco in legno sotto la parete rocciosa del Castello.
Si risale la conca sottostante la parete e si arriva al bivacco superando un ultimo tratto di salita ripido. |
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il percorso fin qui effettuato |
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in salita |
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Gli sforzi sono finiti il panorama è incredibile da qui.
Si vede tutto il Fanes col lontano Passo di Limo, a sinistra le Conturines e le Cime Campestrin, a destra la Furcia Rossa.
Girando le spalle appare la mole del Sella e della Tofana di Rozes mentre il Cristallo è un po’ nascosto dalla roccia
del Monte Castello.
Quassù vengono in pochissimi, in genere chi fa sci alpinismo. |
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sotto la parete gialla del Campestrin |
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ultimo tratto sotto al Monte Castello |
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Monte Castello e bivacco della Pace |
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Il silenzio è totale e sotto un cielo così azzurro è veramente un peccato dover tornare.
Sembra di essere in cima al mondo.
Purtroppo dopo aver mangiato qualcosa e aver scattato le foto di rito giunge il tempo di rientrare alla base.
Si torna per la via di salita; di solito c'è qualche traccia di sci da seguire, in ogni caso scendendo dritti non si può sbagliare
in quanto di fronte a noi si vede sempre la malga Fanes Grande e poco oltre il Passo del Limo.
Ovviamente l'escursione va effettuata col bel tempo, in caso di nebbia può risultare pericolosa.
La ciaspolata è sicura anche col pericolo valanghe. |
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al bivacco, in lontananza il Col Sella |
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il Sella sotto un cielo azzurro |
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il vicono Monte Cavallo |
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la Furcia Rossa |
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Discesa: per la via di salita
Note: escursione lunga riservata ai più allenati con possibilità si spezzarla in due giorni pernottando al rifugio Fanes
o al rifugio Lavarella, aperto anche in inverno.
Non presenta difficoltà, gita sicura anche con pericolo valanghe.
Il tratto finale è ripido da fare con le ciaspole.
Relazione e fotografie di: Daniele Repossi
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panorama sul Fanes |
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al bivacco |
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LA LEGGENDA DI DOLASILLA
Dolasilla era una principessa bellissima ed era figlia del re del regno di Fanes.
Costui era un uomo potente ed era sempre in cerca di ricchezze.
Un giorno scopri dell'oro nei dintorni di Canazei e per questo i nani volevano imprigionarlo.
Il re di Fanes però riusci a fuggire da loro portandosi via molti oggetti di valore.
Dolasilla, impaurita dalla collera dei nani, senza dir nulla al padre, restituì ai nani il tesoro rubato i quali per
ringraziarla le regalarono una corazza bianca che la proteggeva dalle frecce nemiche.
Predissero per lei grandi cose: sarebbe diventata un'eroina guerriera fino al suo matrimonio e di li a poco sarebbe cresciuto
qualcosa di molto prezioso nel lago d'Argento.
Infine i nani la misero in guardia dal fatto che quando la sua armatura sarebbe diventata nera, lei sarebbe stata in grave
pericolo e non avrebbe dovuto andare in guerra.
Siccome dalla sua aveva poteri magici fino al matrimonio, Dolasilla decise di aiutare il popolo di Fanes nei combattimenti.
Suo padre si arrabbiò molto quando scoprì il tradimento della figlia ma allo stesso tempo fu risollevato nel vedere
un'eroina invincibile nei combattimenti.
Quando il re trovò nel lago d'Argento delle canne argentate dalle quali produrre frecce invincibili iniziò a non perdere
più nessuna battaglia e Dolasilla per questo fu incoronata a Plan de Corones con una rajëta, una corona di pietre preziose.
Una notte a Dolasilla apparve in sogno un nemico morto il quale le disse che le vincite in guerra grazie alla magia non
sarebbero durate.
Anche se lei e sua madre si spaventarono molto, il re fece combattere comunque.
Intanto il mago Spina de Mul strinse un'alleanza contro il Fanes per impadronirsi della rajëta di Dolasilla.
Il mago reclutò Eye de Net dalla sua parte che però si innamorò della principessa.
Così Spina de Mul prese l'iniziativa e scoccò lui stesso una freccia magica contro Dolasilla, ferendola gravemente.
Eye de Net allora sentendosi tradito cambiò schieramento.
Dolasilla poteva essere protetta solo dalle frecce normali e allora i nani forgiarono uno scudo per difendere la principessa
dalle frecce magiche che Eye de Net portò sul campo di battaglia.
Poco tempo dopo Eye de Net chiese la mano di Dolasilla.
Il re conosceva la profezia della perdita dei poteri magici della figlia quando si sarebbe sposata e per questo vendette
il regno di Fanes al nemico, cacciando Eye de Net e non mandando Dolasilla in battaglia.
La principessa fu molto triste per la perdita di Eye de Net e un giorno cavalcando nei prati incontrò dei bambini abbandonati
i quali dopo molte suppliche riuscirono ad avere da lei le ultime frecce infallibili.
Dolasilla non poteva sapere che questo era un complotto di Spina de Mul e che i bambini erano stati mandati apposta
per impadronirsi di quel prezioso tesoro.
Il giorno della grande battaglia causata dal re la corazza di Dolasilla divenne nera; supplicata dalla gente del Fanes
l'eroina guerriera andò comunque in battaglia.
I nemici, vedendo l'armatura nera, scoccarono subito frecce contro di lei uccidendola. Il re, che aspettava sul Lagazuoi,
non intuì nulla e dai nemici gli giunse solo la notizia della morte della figlia.
Così il re di Fanes, colpevole dell'uccisione della figlia e di aver tradito il suo popolo, divenne di pietra e ancora oggi lo si
può scorgere al Passo Falzarego che prende appunto il nome del "falso re", colui che tradì. |
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ritorno al rifugio Fanes |
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discesa serale al Pederù |
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